Mastopessi e riduzione del seno

La mastoplastica riduttiva
È un intervento che ha lo scopo di ridurre e rimodellare il seno mediante l’asportazione del tessuto adiposo e ghiandolare. Oltre che per ragioni estetiche, la mastoplastica riduttiva viene eseguita anche per prevenire eventuali danni alla colonna vertebrale dovuti al portamento e alla postura delle donne con un seno eccessivamente pesante.

La mastopessi
Con questo intervento è possibile correggere la ptosi mammaria o mastoptosi, ossia il seno cadente. L’intervento consiste nel sollevare più in alto la mammella e fissarla alle costole o ai muscoli pettorali.
Se, oltre ad avere un aspetto cadente, il seno appare anche come svuotato, durante l’intervento è possibile restituirgli consistenza inserendo una protesi. Procedendo il processo di invecchiamento può essere necessario ripetere l’intervento.

Come sono fatte le protesi mammarie

L’involucro esterno di tutte le protesi è formato da un elastomero di silicone; varia, invece, il materiale presente all’interno: la maggior parte delle protesi sono riempite con silicone gelificato costituito per circa il 10% di olio di silicone e per il 90% di gel polimerizzato. Le protesi riempite di silicone gelificato sono le più diffuse, gelificato anche perché il silicone è un materiale ampiamente studiato. In passato, le protesi sono state accusate di favorire l’insorgenza del cancro al seno e di alcune malattie autoimmuni. 1 numerosi studi effettuati al riguardo hanno però sempre smentito queste accuse.

Mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva si esegue per ingrandire un seno di piccole dimensioni o in caso di ptosi mammaria, ovvero di un abbassamento del seno dovuto a un cedimento del tratto fibroso tra i lobuli delle ghiandole mammarie. L’intervento consiste nell’inserimento di due protesi e generalmente viene eseguito in anestesia generale. La degenza dura un paio di giorni e la guarigione completa avviene in un paio di settimane. Una protesi al seno dura mediamente 15 anni; può essere necessario sostituirla se il seno si indurisce. La protesi, in ogni caso, andrà controllata almeno una volta all’anno. Dopo aver subìto un intervento di mastoplastica additiva è possibile allattare perché la ghiandola mammaria resta intatta. È molto importante, prima di sottoporsi alla mastoplastica additiva, porsi il problema di come ci si sentirà dopo. Non è detto che ci si abitui a un seno nuovo; il ritocco chirurgico, infatti, incide su tutto I aspetto del corpo e impone, in certi casi, anche cambiamenti di postura e di portamento. Né va dimenticato che un intervento di questo tipo, che prevede l’introduzione di una protesi, potrebbe incidere negativamente sul desiderio sessuale del partner, il quale, proprio per questa ragione, dovrebbe essere coinvolto nella decisione se fare o non fare l’intervento.

Chirurgia estetica seno

Non accettare il proprio corpo a causa di un “seno brutto” o immaginato tale crea una serie di problemi psicologici che la chirurgia plastica sembra poter eliminare. Va però ricordato che molto spesso l’insoddisfazione per il proprio corpo nasce non da come è fatto il corpo, ma da una condizione psicologica di insicurezza che può avere radici nascoste e molto profonde: e una condizione psicologica non può essere migliorata acquisendo 1-2 taglie di reggiseno in più (oppure in meno). Prima di decidere di ricorrere alla chirurgia plastica per modificare il proprio seno, è perciò opportuno riflettere molto bene, consigliarsi con un amico saggio oppure con uno psicologo, e anche domandarsi se non si stiano inseguendo assurde mode. A un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva è invece opportuno ricorrere per i problemi, ben più gravi, derivanti dall’asportazione parziale o totale di una o di entrambe le mammelle a seguito di un cancro al seno.